Pasta chi vruocculi arriminati : un piatto pieno di ricordi

Arrimina e arrimina, e poi arrimina! questo è il gesto quasi ipnotico che cucchiaio di legno compie  nella della Pasta chi vruocculi arriminati.
E mentre si arrimina i pensieri prendono forma percorrendo tangenti che divergono verso il passato.

Questa volta la storia di questo piatto non la scrivo consultando vecchi e polverosi libri o snervanti ricerche sul web, ma vi voglio raccontare i ricordi che si sono materializzati nella preparazione Pasta chi vruocculi arriminati. Li ho voluto inserire nella foto del piatto in modo che rimangano indelebili nel tempo. Nella foto del piatto ho inserito volutamente le foto che mi ritraggono da piccolino , si io e i miei  stati d’animo, felicità , rabbia, curiosità, c’è persino il primo giorno di scuola.

Dite cosa c’èntra con la ricetta? Quante volte mentre rimestate (arriminare) gli odori vi prendono per mano e vi portano nel passato , ecco oggi è andata così , assaggiando questo prelibato piatto sono stato catapultato nel passato. Chiudendo gli occhi sentivo le espressioni dialettali delle mie vecchie zie zitelle che echeggiavano in una vecchia cucina e io li che piagnucolavo perché la pasta chi vroccoli arriminati non la volevo! No no la volevo!  Battevo i piedi e andavo con il broncio a mettermi in un angolo aspettando di avere attenzione e proposte per piatti alternativi.
In realtà io da piccolo non la volevo perchè è risaputo che il cavolfiore quando si bolle fa puzza , che noi siciliani lo apostrofiamo con l’espressione “Chi fetu”. Ma le puzzure degli androni delle scale non sono tutte uguali quello del vroccolo è unica e rassicurante, diciamo che si chiude un occhio perchè si sa che la bontà che arriverà nelle nostre tavole non ha eguali. Diciamo che il palermitano non la annovera neanche tra le puzzure , è un segnale olfattivo per capire che si trova a casa.

Un antico proverbio

Ma a una cosa bisogna stare attenti , ovvero le mogli non devono mai preparare mai questa ricetta d’estate ma solo tra ottobre e marzo. Infatti c’e un’antico proverbio che recita così:

vuliti fari moriri i vostri mariti? Daticci a manciare vruocculi ‘nta ‘stati
(volete far morire vostro marito? Dategli a mangiare cavofiori in estate)

quindi se un uomo palermitano si vede arrivare la pasta chi vroccoli arriminati in una calda giornata d’agosto è meglio che si cominci ad interrogare sulla sua relazione amorosa.

Un ultima cosa ma penso che ormai si è capito “arriminare” vuol dire “mescolare”

Un palermitano la pasta chi vroccoli arriminati la prepara ad occhio , va regolando i sapori con le sue papille gustative , il palermitano ha il sapore scolpito nel dna , quindi credetemi non è semplice mettere per iscritto le dosi che generano i sapori dei ricordi, ma ci proviamo , ecco qui la ricetta:

Ricetta della Pasta chi vroccoli arriminati

Ingredienti

400 gr di Bucatini
1 cavolfiore
1 cipolla bianca
50 gr uvetta
30 gr di pinoli
3 gr di zafferano
50 gr filetti di acciuga
olio evo
sale
pepe

Preparazione

Iniziamo a tagliare il cavolfiore in piccole cimette e lo sbollentiamo in acqua salata per 5 minuti. Scoliamo il cavolfiore utilizzando una schiumarola e teneniamo da parte il liquido di cottura.
In un tegame o in un wok , fate soffriggere la cipolla con abbondante olio, aggiungete i filetti di acciuga, dopo averli sgocciolati e spezzettati, e attendete fino a quando non si sono completamente disciolti. Unite adesso l’uvetta, i pinoli e le cimette sbollentate del cavolfiore e fate rosolate il tutto mescolando con un cucchiaio di legno.
In un bicchiere riempito con il liquido di cottura del cavolfiore sciogliamo lo zafferano e poi lo versiamo nel tegame, regoliamo di sale e pepe e lasciate cuocere per 15 minuti, mescolando e sminuzzando fino ad ottenere una crema.
Se durante la cottura vedete che il liquido va asciugando potete integrarlo con altro liquido di cottura.

In un’altra pentola lessate i bucatini con il restante liquido di cottura,  appena la pasta risulta al dente scolateli e rigirateli nel tegame con il condimento in modo che quest’ultimo si amalgami bene con la pasta.
Attendete qualche minuto prima di impiattare e servire.

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